La fama di Città del Messico si basa principalmente sulla sua grandezza, sulla sua pericolosità, sui suoi contrasti sociali e sul suo inquinamento. Tutto vero. Ma non sufficiente.
Città del Messico
offre musei di livello internazionale, reperti archeologici antichissimi, chiese barocche, edifici ultramoderni. La città è stata rifugio di intellettuali e scrittori in cerca di libertà. ed è stata testimone dei massacri compiuti dai conquistadores spagnoli.
Città del Messico si estende per duemila chilometri quadrati, a oltre 2000 metri di altitudine. È circondata da due vulcani attivi: Iztaccihuatl, detto la donna dormiente perchè ha la forma di una donna distesa, e Popocatepetl, familiarmente chiamato el Popo, dal nome di un antico guerriero.
La capitale del Messico sorge dove un tempo sorgeva la capitale dell’impero atzeco Tenochtitlan. Tenochtitlan aveva lasciato ammirati gli spagnoli per la sua bellezza e la sua particolarità. Era, infatti, costruita al centro di un lago salato, il Texcoco. Le sue strade e i suoi edifici erano imponenti, secondo quanto hanno lasciato scritto gli spagnoli, prima di raderla completamente al suolo.
Il cuore della città è lo Zocalo. Su questa piazza, la terza al mondo per grandezza, si trovano il Palacio Nacional e la Catedral Metropolitana. Il Palacio Nacional è la sede della presidenza della repubblica e di altre istituzioni. È stato costruito su quello di Montezuma II, l’ultimo imperatore atzeco. Le scale del lato sinistro sono state affrescate da Diego Rivera, il grande muralista messicano. Gli affreschi, eseguiti fra il 1929 e il 1945, rappresentano la storia della civiltà messicana. La Catedral Metropolitana è stata costruita a partire dal 1573. Alle spalle della chiesa si trova il Templo Mayor, una delle poche tracce di Tenochtitlan sopravvissute alla distruzione. Il tempio era la rappresentazione della concezione azteca dell’universo.
Non lontano dallo Zocalo, vicino al Parque de Alameda, ci sono alcuni edifici interessanti. Il Palacio de Bellas Artes, in stile art nouveau, ospita alcuni dei più famosi murales di Diego Rivera e Josà Clemente Orozco. La Casa de los Azulejos è rivestita di bellissime ceramiche. La Torre Latinoamericana, alta 47 metri, offre una spettacolare visione dall’alto della città in tutta la sua estensione.
Il lungo viale chiamato Paseo de la Reforma unisce il centro alla Zona Rosa, uno dei quartieri più eleganti e moderni della città. Qui, nel bosque de Chapultepec, si trova il Museo Nacional de Antropologia. La sua ricca collezione di arte precolombiana à una fondamentale introduzione ai siti archeologici del Messico. Il museo è organizzato per sale, ognuna dedicata a una popolazione preispanica.
Nella zona nord della città si trova uno dei simboli di Città del Messico: la Plaza de la tres Culturas. Sulla piazza si affacciano un tempio atzeco, una chiesa seicentesca e una serie di palazzi moderni. La plaza rappresenta dunque le culture che sono alla base della società messicana.
Anche la Nueva e l’Antigua Basilica de Nuestra Senora de Guadalupe si trovano a nord della città. Nelle due chiese si manifesta la grande devozione religiosa dei messicani.
Secondo la leggenda, infatti, qui è apparsa la Madonna di Guadalupe, protettrice di tutta l’America Latina.
Tra i quartieri meridionali della città, è da visitare l’elegante Coyacan. Qui, al tempo della conquista spagnola, risiedeva Cortes. Qui ha abitato la grande pittrice Frida Khalo. Dove c’era la sua casa, ora sorge il Museo Frida Khalo. Anche Diego Rivera e Lev Trotzkij hanno vissuto a Coyacan.
L’Anahuacalli è il museo a forma di piramide ideato dallo stesso Rivera per ospitare una collezione di oggetti di età precolombiana.
Per trascorrere una domenica pomeriggio come la trascorrono gli abitanti di Città del Messico, puoi andare a Xochimilco, un quartiere all’estremo sud. È una zona ricca di canali che in primavera sono colorati dai fiori coltivati sulle sponde e sulle isole interne ai canali. Questi canali fioriti sono ciò che rimane delle chinampas, i giardini galleggianti di Tenochtitlan. I canali sono solcati, specie nei giorni di festa, da barconi decorati con fiori di cartapesta.