Un giorno e una notte a Torino. Dai caffé dove si respira un’atmosfera antica al mercato più grande d’Europa, dalle bellissime piazze e palazzi del centro storico alla nuova vitalità che anima quartieri un tempo ritenuti off-limits. Ritratto di una città che sta cambiando.
Ore 10
Bicerin
Per iniziare a far conoscenza con Torino facciamo colazione nel caffé più antico e più amato della città, il mitico Bicerin in Piazza della Consolata. Fondato nel 1763, pare che venisse frequentato, tra gli altri, da Cavour, Nietzche e Rousseau. La specialità della casa è, come sospettavamo, il bicerin, bevanda calda a base di cioccolata e caffé e fior di latte, una vera specialità torinese.
Storditi da questa prelibatezza, non dimentichiamo di guardarci intorno. Ci troviamo nella parte più antica della città romana in una delle piazze più suggestive di Torino, ben lontani dal traffico, dai rumori, dalle automobili. Proprio di fronte al Bicerin, c’è la bella chiesa della Consolata, splendidamente restaurata nel 17° secolo da Guarino Guarini. Il Guarini è, insieme a Filippo Juvarra, l’architetto che più ha legato il suo nome a Torino dei Savoia e allo stile barocco delle sue chiese e palazzi.
Ore 11
Il mercato più grande d’Europa
Lasciamo la zona romana per dirigerci verso Porta Palazzo, ovvero Piazza della Repubblica, ovvero il più grande mercato all’aperto d’Europa. Se pensiamo a Torino come una città fredda, grigia e un pò troppo ordinata, questo è il luogo giusto per fare piazza pulita dei nostri stereotipi. Porta Palazzo è folla e disordine, urla di fruttivendoli siciliani, pescherie e macellerie islamiche. E’ la casbah di Torino a due passi dal centro, un luogo in continua trasformazione, che assorbe le molteplici influenze dei suoi abitanti e ne restituisce rumori, odori, colori. Iniziamo a capire perché qualcuno ha detto che Torino è la città più meridionale d’Italia dopo Napoli.
Ore 12
Bagna cauda e kebab
Proseguendo oltre il mercato di Porta Palazzo, in direzione del fiume Dora, raggiungiamo il quartiere di Borgo Dora, un altro luogo che restituisce un’immagine di Torino abbastanza sorprendente. Tutta l’area intorno a via Borgo Dora è particolarmente vivace e interessante. Gli antiquari e le trattorie delle vecchia Torino si mescolano ai più recenti commerci dei migranti nordafricani. Il sabato mattina si tiene il Balon, mercato delle pulci torinese, che alla seconda domenica del mese diventa Gran Balon. Anche qui si mescolano lingue e culture, te alla menta e barbera, kebab e bagna cauda.
Ore 13
In trattoria
Ci fermiamo a pranzo alla Trattoria Antica Valenza di via Borgo Dora. Mangiamo pasta e fagioli, gnocchi al pomodoro, arrosto di maiale al forno, spezzatino con polenta. Beviamo barbera e concludiamo con il robusto caffè della casa. Cucina e atmosfera casalinga, servizio rude. Molto bene. Spendiamo 35 euro in due, davvero non ci possiamo lamentare.
ore 15
Piazza Castello e i luoghi del potere
Dedichiamo il pomeriggio a passeggiare per le vie del centro. Si parte da Piazza Castello. Centro del potere dei Savoia e centro topografico e simbolico della città, è una piazza molto ampia progettata nel 1584. Da qui si diramano le principali vie cittadine: via Roma verso Piazza San Carlo e la Stazione Porta Nuova, via Po verso Piazza Vittorio Veneto, via Garibaldi e via Pietro Micca.
Piazza Castello è circondata dai caratteristici e onnipresenti portici torinesi, fatti costruire dai Savoia per poter passeggiare nei giorni di pioggia senza dover utilizzare quel fastidioso strumento detto ombrello. Sulla piazza si affacciano importanti edifici storici tra cui i sontuosi Palazzo Reale e Palazzo Madama, ex-residenze dei Savoia che oggi ospitano collezioni d’arte e musei che meriterebbero una giornata interamente dedicata.
Ore 16
Il salotto di Torino
Da Piazza Castello, imboccando via Roma entriamo nella zona dello shopping. Il sabato pomeriggio i portici si riempiono di gente a passeggio. L’ingresso in Piazza San Carlo è stupefacente. Ci troviamo davanti alla piazza più scenografica della città, una delle piazze più belle d’Italia, detta anche il “salotto di Torino”. Su questa piazza, oggi interamente pedonalizzata, si affacciano negozi e caffè storici.
Ci soffermiamo a curiosare nelle botteghe, a osservare la gente che passeggia, che si intrattiene sotto i portici, che prende il gelato e calpesta scaramanticamente il toro scolpito sul marciapiede davanti al Caffè Torino. Entrando nei caffè e nelle pasticcerie storiche ci sembra di tornare indietro nel tempo e di trovarci nel salotto della nonna, dove il pomeriggio le signore della buona società si incontravano per prendere il te.
Ore 17
Barocco torinese
Continuiamo il nostro giro attraverso le piazze più importanti di Torino e dopo essere passati davanti al Museo Egizio in Via Accademia, raggiungiamo Piazza Carignano, dominata dall’imponente e barocco Palazzo Carignano, con la splendida facciata del Guarini. Ha sede qui il Museo del Risorgimento, attualmente chiuso per restauro in vista delle celebrazioni del 2011 (150 anni dell’unità d’Italia).
ore 19.30
Happy Hour
Il sabato sera a Torino inizia con l’aperitivo nella zona del quadrilatero romano, ricca di enoteche, bar e locali. I posti migliori sono in Via Sant’Agostino e Piazza Emanuele Filiberto. Diamo un’occhiata in giro e decidiamo di fermarci a bere qualcosa al Pastis.
Come accade da tempo immemorabile nei locali di Milano, durante l’happy hour si paga solo il bere e si può mangiare tutto quello che offre il buffet. Molti giovani clienti ne approfittano e l’aperitivo tende a trasformarsi in cena. Che alla fine ci sia risparmio non è certo, giacchè la socializzazione e il buffet complottano affinché il giovane cliente finisca per ingurgitare uno spropositato numero di drink.
Ma noi siamo in attesa di un’esperienza gastronomica in un ristorante qui vicino, dunque cerchiamo di trattenerci per non guastarci l’appetito.
Ore 21
Una cena piemontese
La cucina piemontese, va detto, non è particolarmente light. Ci piace proprio per questo. La vera esperienza gastronomica deve essere nel segno dell’abbondanza di qualità, dell’utilizzo generoso di condimenti e prodotti del territorio. Alle Tre Galline mangiamo dunque piemontese: carne cruda al coltello, fiori di zucca ripieni di formaggio, agnolotti al sugo d’arrosto, bollito misto. Beviamo nebbiolo delle Langhe. Ci arrendiamo al carrello dei dolci, pure molto appetitosi. Servizio professionale e cortese. Tutto buono. Spendiamo 95 euro in due.
ore 23:30
Ci si vede ai Muri
La zona dei Murazzi, detti “i Muri”, si trova sulle rive del Po e, soprattutto nella stagione estiva, diventa il centro della vita notturna torinese. E’ un’area ricca di locali di ogni genere.
Un giovane torinese mi ha spiegato che i Murazzi sono frequentati da ragazzi e ragazze di ogni età e stile. “Per semplificare” mi ha detto, “…dai cabinotti, ai tamarri, agli alternativi”. Aveva ragione. Non siamo sicuri di aver visto i cabinotti, ma di tamarri ai Murazzi ce n’era in quantità industriale, e anche qualche gruppo di alternativi. Va però precisato che la linea di demarcazione tra questi due stili non è così netta. Mi pare piuttosto che il tipo prevalente sia l’alternative-tamarro.
Il giovane torinese e altri abitanti del luogo mi hanno inoltre avvisato che ogni tanto ai Murazzi si registrano furti e risse, per i quali si dice che siano responsabili certi ragazzini appartenenti alla sotto-categoria dei tamarri originari della sponda meridionale del Mediterraneo. Comunque sia, a noi è parso un posto tutto sommato tranquillo e piacevolmente variegato, e lo consigliamo senz’altro a chi vuole passare una serata a tirar tardi per bar e locali.
La prossima volta
Torino ci ha incuriosito, abbiamo scoperta una piccola metropoli multiculturale a misura d’uomo, ricca di arte, storia, cultura, divertimento e buona cucina. Come spesso accade ci siamo affidati un pò all’istinto e ci siamo dimenticati alcuni dei monumenti, dei locali e delle attrazioni più importanti: la Mole Antonelliana e il Museo del Cinema, il Museo Egizio, il Parco del Valentino, l’Hiroshima Mon Amour, la chiesa della Gran Madre di Dio, Piazza Vittorio Veneto, il duomo di San Giovanni Battista e un vecchio lenzuolo furbamente trasformato in oggetto di culto (superstizione?) popolare.