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Il giardino zen è molto conosciuto anche in Occidente, e questo lo si deve al diffondersi delle discipline orientali che insegnano tecniche tese al raggiungimento della pace interiore.

Si tratta di una pratica meditativa che dona rilassamento e pace sia a chi la pratica, sia a chi ne osserva il risultato.
I visitatori del giardino zen del Tempio di Ryoan-Ji a Kyoto, per esempio, raccontano tutti di sentirsi calmi e rilassati durante l’osservazione del giardino.

In Giappone questi giardini sono abbastanza rari e sono nei templi e non nelle case private. La casa tradizionale giapponese (ora scomparsa) non prevedeva una spazio per tale giardino ma lo spazio per un giardino giapponese. Il giardino zen è una rappresentazione stilizzata del giardino giapponese. In comune hanno le pietre e la dedizione che gli si dedica, ma nel giardino zen non troverete piante, solo ghiaia e pietre, in alcuni casi un po’ di muschio.

Le pietre rappresentano le isole, intese come isole di pensiero, ma anche le montagne e gli animali marini sacri. Sono il fulcro della meditazione.
Non devono mai essere pari, soprattutto non devono essere quattro (numero che in Giappone è ritenuto porta sfortuna perché il suo ideogramma è identico a quello della morte). La regola fondamentale per la distribuzione delle pietre nel giardino è l’asimmetricità. Il loro numero e le proporzioni devono essere in armonia con le dimensioni del giardino. Devono essere esenti da spigoli, uniformi nel colore (in modo che nessuna attiri l’attenzione più di un’altra) e devono essere piantate in profondità, in modo da essere stabili. Ogni gruppo di pietre deve avere una pietra più imponente.

La ghiaia rappresenta l’acqua, l’oceano. La sabbia utilizzata non è quella delle spiagge, ma granito o marmo schiacciato di circa due millimetri di diametro.

Quando il giardino è pronto, allora può cominciare la meditazione. Il lavoro sarà quello di formare delle piccole onde con un rastrello proporzionato alla grandezza del giardino. Il rastrello non deve mai fermarsi in modo che i solchi lasciati non abbiano interruzioni.