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Alsazia mercatini di Natale
Candele, ghirlande, lanterne, pupazzi… i mercatini illuminano tutta l’Alsazia, facendo brillare ogni sguardo, illuminando tutti i sorrisi.

I mercatini di Natale in AlsaziaAvent, Etoiles, Rites, Marchés, Mélodies, Mystères, Etoffes, Lumières, Saveurs, Chants….
Ogni anno, nei primi dieci giorni di dicembre, io e mio marito Giacomo partiamo alla volta dei paesi dell’Europa del Nord per visitare i mercatini di Natale. Quest’anno abbiamo scelto l’Alsazia, una regione francese che si trova a Nord-Est, al confine con la Germania.

L’ Alsazia si divide in Basso Reno ed Alto Reno e, durante il periodo dell’Avvento, si divide in: Strasburgo, paese dei sapori; Sélestat, paese dell’abete; Kaysesberg e Colmar, paesi delle stelle; Mulhouse, paese delle stoffe e dei canti.

Siamo partiti il 3 dicembre da Bari verso Stoccarda con un volo A/R della Tuifly al prezzo di 86 euro per due persone. Ho scelto questo volo perché era il più economico e mi permetteva di raggiungere il Nord direttamente da Bari. Arrivati a Stoccarda, dopo circa tre ore, siamo saliti sul TGV (al prezzo di 75 euro A/R per due, prenotato via internet) ) e siamo partiti in direzione di Strasburgo, capitale dell’Alsazia. Il viaggio è durato circa un’ora e mezza. Siamo arrivati alle 20:15. Alla stazione abbiamo preso il Tram A direzione Illrich, siamo scesi a “Hommme de fer” (3 fermate) e ci siamo diretti all’ Hotel Klébert, che avevo prenotato via internet.

L’Hotel si trova su Place Klébert dove la prima cosa che ci ha colpiti, scendendo dal tram, è stato il Grand Sapin, un abete alto 30 metri proveniente dalla foresta di Wisches, illuminato da migliaia di stelle colorate dei paesi membri dell’Unione Europea e con, nella parte inferiore, tanti angeli bianchi che suonano la tromba e delle casette colorate che riprendono lo stile delle abitazioni delle foreste dei Vosgi. Qui gli abitanti depositano i doni per i più poveri perché in questa piazza si svolge “ Le village du partage”: si tratta di più di 60 associazioni di beneficenza che vi fanno partecipi delle loro azioni di solidarietà. Dall’altra parte della piazza ci sono alberi illuminati da migliaia di lampadine azzurre. Più in là il mercato dove si vendono gli alberi di Natale. La piazza è dominata dal Palazzo “Aubette” e tutt’intorno ci sono negozi di moda, caffè, pasticcerie e difronte Les Galeries Lafayette che, per l’occasione del Natale, sono ricoperte da luci rosa e gialle a tenda.

La mattina successiva, dopo aver fatto colazione in albergo, siamo andati in giro per vedere monumenti e bancarelle. Dimenticavo di dire che in questo hotel ogni stanza ha un nome di dolce o di frutta e che, di conseguenza, cambiano l’arredamento ed i colori delle tappezzeria e degli accessori. La nostra stanza era un po’ piccola (caratteristica degli hotel francesi) ma la posizione dell’hotel era ottima per la sua vicinanza al centro. Il cielo era coperto, faceva piuttosto freddo ma noi eravamo ben equipaggiati e quindi non abbiamo avuto problemi. La nostra prima tappa è stata la Cattedrale di Notre-Dame (chiesa cattolica) che è vicinissima all’hotel. La guglia del campanile la si vede già da una certa distanza e, quando si arriva nella piazza omonima, si resta esterrefatti difronte a tanta bellezza artistica: altissima, ricca di guglie che si stagliano verso il cielo, il materiale con cui è stata costruita è l’arenaria rosa dei Vosgi (che mi ha fatto ricordare il magico castello fatiscente di Heidelberg),lo stile è gotico ed infatti sembra un ricamo a cielo aperto. All’interno si possono ammirare il Pilastro degli Angeli con tre ordini di Angeli appoggiati ad una colonna e l’Orologio Astronomico che abbiamo potuto vedere in funzione alle ore 12:30 pagando 6 euro. Bisogna acquistare il biglietto all’interno della cattedrale entro le ore 11.30 presso il chiosco accanto all’orologio. Si rientra alle ore 11:45, si assiste ad una proiezione che illustra il funzionamento dell’orologio. Il primo quarto d’ora è scoccato da un putto alato, il secondo da un fanciullo adolescente, il terzo da un adulto ed il quarto da un vecchio, quindi le quattro età della vita. Tutti sfilano davanti alla morte che ha in mano una falce e nell’altra un battaglio con cui batte tutte le ore mentre le età, come gli uomini, si riposano durante la notte. Alle ore 12:30 le dodici statue rappresentanti gli apostoli sfilano davanti al Cristo e ,ogni quattro statue, un gallo, alto un metro, canta sbattendo le ali per tre volte. Il Cristo alla fine benedice i visitatori.

Usciti dalla Cattedrale abbiamo visitato il mercato di Natale adiacente: non vi dico che meraviglie di oggettistica e di ghiottonerie. Ad ogni angolo si vendono il “Vin Brulé (sulla u dovrebbe andare un accento circonflesso), la birra di Natale (leggermente più alcolica delle altre e ambrata) le crepes, le gaufres, kraphens, kugluph (la specialità dell’Alsazia ) e tanti biscotti al burro (bredle), al cocco (macaron) e alle spezie. Mentre si cammina alcuni venditori dei chioschi te li fanno assaggiare.

Un po’ più in là c’è il “Patinoire” dove adolescenti e bambini si divertono pattinando e scivolando sulla pista ghiacciata. Anche noi abbiamo bevuto del vino caldo aromatizzato ed io ho mangiato una gaufre (una specie di cialda) alla nutella. Sia mio marito Giacomo che io siamo dei camminatori instancabili, a noi non piace perdere tempo, quando si viaggia bisogna vedere e la mattina ci alziamo presto perché la giornata deve essere intensa. Dalla cattedrale ci siamo diretti verso il Palais Rohan ( ex palazzo vescovile, attualmente sede di tre importanti musei) dove c’è l’imbarcadero per fare un giro turistico di Strasburgo a bordo di un battello coperto. A bordo abbiamo seguito, attraverso una cuffia, dopo aver selezionato la lingua italiana, la descrizione dei diversi monumenti o palazzi importanti che man mano si presentavano dinnanzi ai nostri occhi. Abbiamo incontrato due chiuse, attraversato numerosi ponti ma lo spettacolo più bello è stato quando siamo arrivati nel quartiere della “ Petite France” caratterizzato dalle case a graticcio dei “tanneurs” (conciatori di pelle) e dalle Torri medievali dei Ponts Couverts . Abbiamo navigato fino alla zona moderna di Strasburgo dove si trovano le sedi delle Istituzioni Europee: Parlamento Europeo, Consiglio d’Europa e la Corte dei diritti dell’uomo.

Il viaggio è durato circa un’ ora e mezza, siamo ritornati all’imbarcadero e ci siamo diretti verso il mercato natalizio di Place Broglie che è il più grande Marché de Noel. Abbiamo visitato le diverse bancarelle dove erano state esposte decorazioni scintillanti e il nostro naso è stato solleticato dai profumi speziati e zuccherati degli stands di dolciumi, caramelle, cioccolatini e vino caldo. A parte la temperatura fredda, il tempo era un po’ capriccioso perché dovevamo aprire e chiudere l’ombrello in continuazione. Al tramonto abbiamo fatto un giro nelle vie che man mano incominciavano ad essere illuminate dalle numerose luminarie sistemate per l’occasione. In una strada erano stati appesi dei lampadari a gocce inseriti in dei cubi trasparenti; in piazza Gutenberg c’era un albero di luci azzurre che simulavano la neve con ghiaccioli bianchi e non vi dico gli addobbi alle finestre delle case…. Non ho parole per descriverli.

Ho scattato circa 500 fotografie ed ho realizzato un filmino perchè non potevo fare a meno di portare con me un pezzo di Alsazia nel periodo natalizio. Orsi di tutte le misure, renne, babbi Natale, cuori, angeli, rami di abete, slitte, abeti, palle e palline multicolori, gnomi, angeli, papere, cicogne.. Una pasticceria aveva come decorazione esterna, sopra le vetrine, dei rami di abete in cui erano state sistemate delle gigantesche torte in polistirolo tutte decorate.

Si dice che in Alsazia gli abitanti gareggino fra di loro per abbellire le finestre delle abitazioni e rendere magico il Natale. Una strada era tutta adorna di rami secchi spruzzati di bianco, un’ altra da abeti bianchi per cui si aveva l’impressione che fosse nevicato. Quanti ristoranti, quante panetterie, quante pasticcerie, quanti chioschi! A proposito lo sapevate che l’Alsazia è il paese delle cicogne? Ce n’erano di carine di peluche, avrei voluto comprarne una ma temevo che mio marito mi prendesse in giro. Abbiamo cenato in un Winstub che è una specie di birreria dove si servono piatti tipici alsaziani. E’ una parola di origine tedesca perchè l’Alsazia è stata dominata diverse volte dalla Gemania per cui nella lingua sono presenti anche dei lemmi tedeschi come ad esempio Kougelhopt, dolce tipicamente tedesco. Ritornando alla cena, io ho mangiato una Tarte Flambée (una specie di pizza) con cipollla (io non l’ho fatta mettere), pancetta e munster (formaggio della zona) mentre mio marito ha preso una choucroute (carne di maiale con crauti) il tutto anaffiato da Birra di Natale. Siamo rtornati in Place Klébert per ritirarci in albergo e qui abbiamo assistito ad uno spettacolo di luci e colori: il grande albero di Natale era tutto illuminato così come i palazzi circostanti e il tutto risaltava di più grazie all’oscurità.

Venerdì 5 dicembre ci svegliamo presto perchè dobbiamo andare a Kaysesberg e per poterla raggiungere bisogna prendere prima il treno per Colmar e poi, alle 11:15,l’autobus 145 della Linea LK (fermata quasi difronte alla stazione di Colmar). E’ un delizioso paesino che dista da Colmar circa 30 km. Quando scendiamo dall’autobus e cominciamo ad addentrarci nelle viuzze scopriamo tante case a graticcio una più caratteristica dell’altra e dai colori più disparati: gialle, rosse, rosa, azzurre. Di Kaysesberg si parla per la prima volta nel 1227; infatti in questo periodo Enrico VII, figlio di Federico II di Hohenstaufen, acquistò il castello di Kaysesberg,punto strategico, allo scopo di controllare il passaggio della vallata. Nel 1923, il re Adolfo di Nassau accordò al paese il titolo di città imperiale. Kaysesberg è situata all’ingresso della Valle del Weiss che collega l’Alta Alsazia con la Lorena attraverso il colle del Bonhomme. Le sue principali attività erano il commercio, l’artigianato e l’esportazione dei suoi vini. Ma la guerra dei Trenta anni (1618/1648) pose fine a questo fiorente sviluppo economico. Poi fino alla Rivoluzione francese la cittadina si riprese, ma fu nuovamente messa a dura prova dalla lotta per la liberazione nel dicembre 1944. Oggi è una delle perle dell’Alsazia. Mentre ero sul pullman, ho ascoltato una conversazione tra due signore ed una di loro si ricordava che, durante la guerra e la dominazione tedesca, a scuola era vietato parlare in francese e se qualcuno lo faceva veniva bacchettato sulle mani. Qui ho avuto l’impressione di vivere nel mondo di una favola nordica perchè non c’era una casa che non fosse stata ricoperta da rami di abete con decorazioni di ogni tipo. Se un’abitazione ha cinque finestre, ognuna viene agghindata con oggetti diversi. Ce n’era una che aveva un Babbo Natale su una slitta, un altro che era appeso ad una mongolfiera , un altro che saltava giù dalla finestra, un altro che si arrampicava su una scala…..Anche qui abbiamo visitato le chiese,i diversi mercatini natalizi, i negozi con i loro prodotti locali(soprattutto vini), le pasticcerie piene di dolci praparati per le festività.Percorrendo la via centrale siamo arrivati fino alla casa natale e al museo del Dottor Albert Schweitzer, famoso medico missionario nell’Africa equatoriale. Quando, alle 17, si sono accese le prime luci, Kaysesberg è diventata ancora più fantastica. Abbiamo ripreso l’autobus e poi il treno da Colmar verso Strasburgo (il percorso dura 30 minuti, 2 fermate da Strasburgo). Abbiamo fatto un giro per Strasburgo in cerca di un ristorante: i soliti profumi, le solite luci, i soliti colori, e musica natalizia in Place Klébert e in Place de la Cathédrale.

Sabato 6 dicembre siamo andati a Colmar. Abbiamo raggiunto il centro dalla stazione in un quarto d’ora. A Place des Dominicains c’era il tradizionale mercato di Natale, con un villaggio fatto di casette di legno che sembrava appena uscito da una favola renana.Abbiamo seguito il percorso tracciato dalle luci nel centro storico fino a giungere al mercato di Natale dei bambini in Place des Six Montagnes Noires. Poi il mercato di Natale de l’Ancienne Douane, all’interno del Koifhus, centro economico e politico della città nel Medioevo, che proponeva una vasta scelta di oggetti d’arte moderni ed antichi. A Place Jeanne d’Arc abbiamo scoperto Il Mercato”Territori e Tradizioni” con salumi, formaggi, dolci di ogni tipo. A Colmar oltre ai mercati nel cuore della città vecchia si svolgono altre manifestazioni: racconti in musica e favole di Natale, concerti ed eventi musicali, esposizioni a tema, visita notturna alla scoperta della vecchia Colmar illuminata. Colmar deriva da Columbarium (tenuta delle colombe) poi diventerà Columbra e successivamente Colmar. Anche qui le case sono a colombaia, cioè a graticcio. Abbiamo visitato la Chiesa dei Domenicani che è un capolavoro dell’arte gotica con delle bellissime vetrate e nella vicina Collegiata di San Martino, chiesa gotica , c’è una meraviglia dell’arte medievale: la Vergine con il cespuglio di rose. E’ un dipinto, alto due metri, realizzato da Martin Schongauer nel 1473 per l’altare. A Colmar è nato Bartholdi, creatore della Statua della Libertà di New York: si dice che lo scultore si sia ispirato per il volto alla madre e per il corpo alla moglie. La statua della Libertà, completata in Francia nel 1884 fu trasportata a New York sulla fregata francese “Isère” scomposta in 350 parti. Nel nostro percorso abbiamo fotografato la Maison Pfister, dimora borghese, con un drappiere scolpito in legno, in rue des Marchands e in rue des Tetes (gli accenti circonflessi non li metto perchè dovrei usare la tastiera francese) la Maison des Tetes con le sue 106 figurine scolpite sulla facciata. Ma ciò che è stato più bello, a mio parere, è quando siamo arrivati alla Petite Venise: torrenti, canali su cui si affacciano vecchie case a graticcio dai mille colori, ben conservate, il porto turistico ed anche qui c’è il quartiere dei Tanneurs, come a Strasburgo. Alle ore 16 ci siamo diretti al ponte della rue Turenne dove c’è una barca con Babbo Natale perchè avevo letto che ci sarebbe stato uno spettacolo sull’acqua:” Les enfants chantent Noel sur les barques”. A poco a poco la folla è andata aumentando, noi abbiamo preso posizione sul ponte e alle 17 in punto è sopraggiunta una barca con San Nicola, patrono degli studenti che porta doni ai bambini buoni insieme al Père Fouettard (un personaggio che nella tradizione punisce i bambini che non si sono comportati bene).

Poco dopo sono arrivate tre barche tutte lluminate con a bordo tanti bambini che, con flauti ed altri strumenti, hanno cominciato ad intonare i tipici canti natalizi.Un po’ stanchi ed infreddoliti siamo ripartiti da Colmar incantati da questa magica atmosfera.

Domenica 7 dicembre abbiamo preso il treno per Mulhouse, villaggio che ha iniziato la sua avventura umana nel modo più umile: un mulino ,come indica il suo nome Muhle=moulin, solitario accanto al quale sono venute poi a edificarsi alcune case. La prima citazione risale all’803. Nel XII secolo Federico Barbarossa offre a Mulhouse importanti privilegi e fa arrivare artigiani e agricoltori. Risparmiata dalla Guerra dei Trent’anni la Repubblica indipendente di Mulhouse investe e si lancia nell’industria tessile con la creazione della prima manifattura di stampa su tessuto nel 1746. Nel 98 Mulhouse sceglie di unirsi alla Francia e le imprese si moltiplicano con lo sviluppo della meccanizzazione, della chimica, dele scuole, della creazione del canale del Rodano e del Reno e la nascita della ferrovia.

La città è ricca di musei: Museo storico, Museo delle Belle Arti, Museo dell’automobile, Museo del Treno, Museo dell’Elettricità, Museo della Carta da Parati ed il museo della Stampa su Stoffa che noi abbiamo visitato. Questo museo presenta 250 anni dell’epopea tessile. Oggi viviamo con gli stampati. Da dove vengono queste stoffe dai disegni e dai colori così sensibili alla moda? Come sono state create, disegnate, nel corso degli ultimi tre secoli? In questo Museo si scopre questa storia appassionnante che inizia con l’arrivo in Europa delle tele di cotone trasportate dalle navi della Compagnia delle Indie che provocò un cambiamento industriale che trascinò con sè l’intera città di Mulhouse. Mulhouse nel periodo natalizio viene definita Città delle stoffe e dei Canti: infatti appena siamo usciti dalla stazione abbiamo visto che il Palazzo della Camera di Commercio era stato decorato con drappi di tessuto stampato con motivi natalizi che ogni anno cambiano. I motivi del Natale 2008 erano delle fasce con delle palle rosse e verdi alternate a rami di abete, il tutto su un fondo color verde. Proseguendo il nostro cammino verso il centro abbiamo visto che il Museo delle Belle Arti ,che si trova in un bellissimo palazzo color rosa, era stato anch’esso ricoperto di tessuto drappeggiato così come la Fontana che si trova accanto alla Cattedrale di Saint Etienne. Faceva molto freddo quella mattina per cui abbiamo bevuto subito del vino caldo.Tra i monumenti, oltre la cattedrale in stile neo gotico che è stata costruita al posto di un’altra chiesa risalente al XII secolo, abbiamo visto la Maison Mieg risalente al XV secolo che un tempo è stata albergo e che porta il nome del pittore che l’ha abitata fino al 1840.Poi la Farmacia au Lys che risale al XVII secolo. Dopo aver dato uno sguardo alle varie mercanzie,ci siamo diretti verso il mercato degli ungheresi, perchè quest’anno Mulhouse ospitava gli artigiani ungheresi ma devo dire che è stata una delusione. Anche le vie laterali avevano al centro degli addobbi in tessuto. Una venditrice mi ha detto che nel pomeriggio ci sarebbe stato un concerto natalizio all’interno di Saint Etienne ma, poichè faceva molto freddo, noi non siamo rimasti. Abbiamo fatto un altro giro e in un chiosco abbiamo comprato degli gnocchetti conditi con formaggio filante,dei crauti con wurstel e un bel bicchiere di birra alla spina.Una volta rinfrancati nel corpo, ci siamo diretti alla stazione per ritornare a Strasburgo.Arrivati inPlace Klébert c’era un nuovo mercato che occupava quasi tutta la piazza. Mio marito è andato in camera per riposarsi un po’ed io sono corsa a curiosare tra le varie bancarelle dove ho comperato due formine di legno per fare i biscotti(una a forma di albero e l’altra forma di cuore) e due Cd musicali di canti natalizi in francese. Dopo aver fatto altri giri in mezzo alle altre bancarelle, (era impossibile camminare, eravamo gli uni attaccati agli altri), sono ritornata in albergo e di lì i siamo andati a cenare in un ristorante italiano dove abbiamo ordinato due belle e buone pizze.

Ultimo giorno in Alsazia: partenza per Sélestat, un grazioso borgo medievale a 20 minuti da Strasburgo. Qui si trova la famosa Biblioteca Umanistica dove c’è un testo risalente al 1521 in cui si parla per la prima volta dell’usanza dell’abete in occasione del Natale, ispirata forse dal soggiorno che trascorse qui Carlo Magno nel 775 al ritorno da Thionville e diretto in Italia per una campagna militare. Era lunedì e, nonostante Natale, abbiamo trovato i negozi chiusi per cui siamo stati un po’ sfortunati: la cittadina sembrava addormentata sotto una coltre di nebbia. Abbiamo passeggiato fino alla Place d’Armes dove si trova l’Hotel de Ville, poi siamo andati in rue du Sel dove c’era un panificio i cui panettieri preparavano davanti a noi baguettes,Kugluph,e tanti altri dolci al pan di spezie. Di lì abbiamo visto la Bibliothèque Umaniste e poi la Cattedrale di Sainte-Foy, un ex convento benedettino, il cui interno ci ha particolarmente colpiti perchè ad ogni arcata della navata centrale era appeso un enorme abete sui cui rami erano appese delle palle a forma di mela (simbolo del peccato originale) e tante stelle ed in tutto ne abbiamo contati otto. Dei faretti li illuminavano e un dolce canto natalizio rendeva ancora più mistica la nostra visita. Qui ed in Germania nelle chiese è sempre presente, accanto al Presepe, anche l’abete che da noi viene considerato profano, eppure sono chiese cattoliche! Dalla Tour Neuve si entra nel centro storico e ci sono delle belle abitazioni che, per l’occasione, erano tutte riccamente addobbate. Infine ci siamo diretti verso una zona chiamata Vecchio Porto, in prossimità del fiume Ill, dove abbiamo trovato, finalmente, delle case a graticcio molto vecchie.

Nel primo pomeriggio ci siamo trasferiti a Strasburgo e qui siamo andati a fare un ultimo giro per visitare la Chiesa protestante di San Thomas (niente di particolare) e l’ultimo mercatino di Natale che ci mancava ancora cioè Le Marché des bredle et le royaume des vignerons de la “Couronne d’or”. Quest’ultimo è stato veramente una sorpresa…. Ha l’apparenza di un enorme pacco regalo pieno di dolci…les Bredle… a migliaia…Etoiles all’anice e pan di spezie, Leckerli, Kolosmarkrone… da degustare accompagnati da un bicchier di vino dei famosi vigneti alsaziani. In un angolo era stato allestito un piano di lavoro dove un pasticciere lavorava della pasta lievitata, la trasformava in panetti mentre un altro, con una velocità ed abilità indescrivibili, li trasformava in pupazzi che poi venivano infornati per essere venduti. Ultimo giro in Place Klébert, ultime foto al Grand Sapin!

Martedì 9 dicembre partenza con il TGV da Strasburgo per Stoccarda. Qui siamo stati già l’anno scorso e ci siamo ritornati per ripartire l’indomani a Bari, con volo diretto. Siamo arrivati verso le 11:30 e, dopo aver acquistato un biglietto giornaliero della metro tedesca, ci siamo diretti all’Hotel Bavaria Munchen prenotato su Booking.com al prezzo di 75 euro per notte con una prima colazione ottima ed abbondante. Depositate le valigie, siamo andati subito in giro. Poichè ricorreva il nostro 34° anniversario di matrimonio, avevo il desiderio di rivedere un luogo,a mio avviso molto romantico , situato a Feuersee, una fermata della linea S2 o S3. Appena usciti dalla stazione della metro davanti ai nostri occhi è apparso un grande lago, quest’anno erano quasi ghiacciato, in cui nuotavano o passeggiavano tante papere che ogni tanto si rifugiavano nelle casette che erano state costruite per loro. Per terra un manto di foglie rosse cadute dai rami di alcuni platani ormai spogli, qualche salice piangente con sullo sfondo le guglie della Chiesa di San Giovanni che si stagliavano verso il cielo azzurro e soleggiato. Abbiamo scattato le foto ricordo come l’anno precedente e, dopo aver ripreso la metro, ci siamo diretti verso il centro per veder un po’ di negozi ed vari mercatini (circa 200 bancarelle una più bella dell’altra). Abbiamo mangiato nei vari chioschi presenti le tipiche specialità tedesche ed abbiamo continuato il nostro giro fino alle 18 quando ci siamo diretti nel cortile interno dell’ Altes Schloss (vecchio castello) per assistere ad un concerto natalizio. Ogni sera se ne svolge uno. Noi lo sapevamo perchè vi avevamo già partecipato l’anno scorso solo che quest’anno, invece del concerto con l’orchestra al completo, c’era solo il Coro della Polizia di Esslingem che eseguiva dei canti natalizi. E’ stato bello ma un po’ monotono.

Il giorno dopo siamo rientrati a Bari. Che dire del Natale in Alsazia? Fantastico, magico.. Abbiamo riscoperto il vero calore dell’Avvento, il sentimento di Pace,di Amore, la gioia dei preparativi. Candele, ghirlande, lanterne, pupazzi…i mercatini illuminano tutta l’Alsazia, facendo brillare ogni sguardo, illuminando tutti i sorrisi. Abbiamo ritrovato, come quando eravamo bambini, la voglia di vedere tutto e di assaggiare tutto…ed il desiderio di far rivivere ancora e sempre queste belle tradizioni…