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Viaggio di Francesca in Sicilia: prima fermata Catania. Gli ulivi e l’asfalto rovente. l’Etna tutto nero e il marecielo tutto azzurro. Le macchie di unto e i motorini truccati. Il mojito e gli arancini. Pippo Baudo e Carmen Consoli.

di Francesca Barzanti

La Sicilia a modo mio #1. Etna e CataniaEtna

La superstrada SS114 che unisce Catania a Siracusa e Siracusa a Catania non mi è piaciuta da subito: le corsie sono sfocate, gli autogrill sporchi e l’asfalto che scotta scioglie ogni poesia e poi questa cavolo di macchina senza aria condizionata scioglie pure la mia abbronzatura e mi sento tutta impacchettata in un cellofan grande quanto la mia ciccia. In macchina siamo in quattro tutti incollati, a destra ci sono solo muretti sgaffi e a sinistra un intorciglio di piante mi ammazza la visuale e mi imbarbaglia.

Poi ad un certo punto, non mi ricordo come, mi dici: “guarda davanti è tutto nero..” e, minchia!, io ci guardo davanti e si è tutto nero, borbotta il cielo e c’è una nuvola gigante. “Quello è l’Etna” specifichi, e più ci avviciniamo all’entrata per Catania più li vedo i contorni dell’Etna, il borbottio diventa una colonna sonora, il nero diventa una montagna di tornanti e ho voglia di percorrerli, la nuvola è ora un puffo di fumo e chissà com’è il cratere che lo spruzza.

E così la SS114 non toglie nemmeno lei gli occhi da questo vulcano grande ma ora nitido, e il sole non mi scioglie più ma se la ride di gusto per la mia stupida ignoranza in materia, e se poi tiro giù il finestrino bene bene e ci metto fuori il braccio tutto con la mano verso l’alto, non è poi così importante la mancanza di aria condizionata, e poi lo sapevate che l’intorciglio di piante in realtà sono ulivi, ulivi che fanno olive, olive che son mega sucche?!

Poi superiamo l’uscita di Vaccheri ed inizia a farsi spazio il mare celeste, di quel bel celeste cielo chiaro che lo vedi solo nelle foto delle agenzie di viaggi ma tu non hai i soldi per andarci in quelle foto, e invece io si, io sulla superstrada SS114 ho il vulcano, il mare cielo, gli ulivi e dietro gli ulivi pure un bel castello vecchio ntico che tu mi dici: ”pare sia di Pippo Baudo”, lo sapevate che Pippo Baudo è originario di vicino Catania e li ci ha pure un castello?! Io no, ma con te fingo di si, così almeno in questa materia faccio un filin di bella figura! Che bella la superstrada SS114.

Catania

Minchia la tua casa di Catania è troppo squallida, dalle otto di mattina alle otto di sera sotto è piena di motorini truccati, e poi dalle otto di sera alle otto di mattina è piena di travioni travestiti.

E c’è un buco lì in mezzo all’asfalto che se lo guardi dal balcone sembra un pozzo di ghiaia e se ci vai dentro invece è un parcheggio pure custodito, ma la macchina io non ce la lascio, tu invece si, ci metti la tua twingo e dici: “se la metto qui almeno domani la ritrovo”. Mentre ti accompagno a parcheggiare, un minorenne scippa una donna abbronzata correndo, lei urla, io ho paura e tu mi dici ”fuma una sigaretta che ti passa”.

La tua casa dentro mi fa strano, c’è tutto un viavai di tuoi conoscenti che non sanno l’Italiano e mi chiamano “Franca”, e sul muro del mio letto c’è una chiazza di unto che mi dici: “è lì da prima che ci venissi io”. Mi fa paura.

Luciuzza dice che se ne vuole andare a Sarausa da Gabriele che lì c’è meno bordello, Andrea ride e dice che un suo amico ha una casa simile, io sudo, minchia faccauro, e allora tu mi dici ”beviamo qualcosa”.

Tutti i bicchieri sono sporchi nel lavandino e allora ne prendi uno di carta ed inizi a metterci dentro della roba che esci dal frigo, io vado sulla terrazza ad aspettarti. La terrazza è caruccia, da lì si vede il porto che è bello, e anche se tutte le macchine suonano ininterrottamente incodate ai semafori, il porto è bello lo stesso.

Sulla terrazza c’è una piantina con le foglie verdi che fa un profumo succo, ne prendi una e la metti nel mio bicchiere e mi dici: “bevi biddazza” e io bevo, ed è mega succo questo drink, e ne bevo altri tre e non ho più caldo. “E’ Mojto” mi dici, ed io penso beato te che lo puoi fare in casa, da me se lo vai a comprare il Mojto costa mega tanto dai cinque agli otto euro e non è così buono come questo qui che sto bevendo.

Andrea ha fame e allora andiamo al bar “da Alfredo” sotto casa tua, proprio vicino a quel parcheggio a forma di buco, e lì ci prendi gli arancini al ragù e ai funghi e con tre euro ne mangiamo tre a testa, sono davvero succhi pure questi, anzi succhissimi.

Che buono il Mojto con gli arancini. Sono lì strogolata al sole, fresca di Mojto, succa di arancini e vicino al porto e stasera al porto suona Carmen Consoli, e anche se conosco poche canzoni ci andiamo perchè l’atmosfera è bella. Casa tua è bella, anzi “è bedda” come dici te.