La prima immagine che mi appare è la grandiosa visuale che si gode dalle tre croci, dall’alto di Parc Güell. L’immensa distesa di tetti, case, antenne e palazzine che si innalzano a perdita d’occhio sulla piana sottostante, chiuse dal caldo abbraccio del Mediterraneo.
Quando vado in una città nuova, in genere, non faccio fotografie; del resto non ne sono capace, però nella mente si imprime un’immagine che riemerge ogni qualvolta ripenso al viaggio.
Ritornando a Barcellona con la mente la vedo come dentro un caledoscopio. La prima immagine che mi appare è la grandiosa visuale che si gode dalle tre croci, dall’alto di Parc Güell. L’immansa distesa di tetti, case, antenne e palazzine che si innalzano a perdita d’occhio sulla piana sottostante, chiuse dal caldo abbraccio del Mediterraneo.
Poi spuntano improvvisamente le fantastiche architetture di Gaudì. La Casa Milà o Pedrera, ondulata e morbida nel prospetto; la Sagrada Familia e la Casa Batlò. La fantasia dell’architetto catalano si è concretizzata e ha preso vita nelle avvolgenti forme di Parc Güell, progetto incompiuto di una città giardino. La lunga e sinuosa panchina come l’orlo dell’abito di una ballerina di flamenco.
Qualcosa brilla all’interno del caledoscopio, una frazione di secondo e l’immagine di Gaudì come un bambino che sul bagnasciuga gioca con la sabbia poltigliosa. La raccoglie nelle mani, stringe i pugni e la lascia scivolare fuori. Sotto di lui si formano una sopra l’altra piccole collinette che egli modella fino a creare delle morbide forme.
Barcellona è anche la patria di un altro artista creativo, comunicativo e colorato: Joan Mirò. La mole della sua imponente stuatua emerge dall’acqua della grande fontana dietro Plaza de España.
Poi discretamente, nel caledoscopio confuso di suoni, colori e odori, spunta la possente cattedrale gotica e la romanica chiesa di Santa Maria del Mar pura nelle forme e ricca di opere d’arte all’interno. Attorno a lei, si srotolano fino al mare le strade della vecchia città medievale, scorci suggestivi e gente vera che quotidinamente vive sopra lo scalpiccio dei turisti e lo spuntare di nuove attività commerciali. La capitale della Catalogna è questo e molto di più, con il desiderio di voler essere europea…vicina alla grandeur parigina, nella risistemazione che di lei aveva fatto Idelfonso Cerdà a partire dal 1860, pur sapendo di non poterlo fare per non tradire la propria fantastica vocazione.
L’immensa Plaza de Catalunya cuore vero, vivo e pulsante di una metropoli in continua evoluzione. Da li si snoda la Rambla, un po’ commerciale e ormai patinata che corre fino al Mediterraneo, dove sulla piazza del Portal de la Pau tronegga la gigantesca colonna sopra la quale si erge la statua di Colombo… Lo scopritore.
E ancora lungo la Rambla: la particolare casa dalla facciata ornata da ombrelli aperti, il mercato della Boqueria, entrado nel quale c’è prima di tutto un godimento per gli occhi: tutte la bancarelle, frutta, pesce, formaggi sono sistemate come se ci si trovasse in una gioielleria.
Cos’altro dire: Barcellona è la città del futuro, della ricerca di nuovo…è la città dei sognatori.