Spiagge chilometriche di sabbia chiara, mare azzurro, zone turistiche ma ben integrate con l’ambiente, zone desertiche e pueblos blancos…
Spiagge chilometriche di sabbia chiara, mare azzurro, zone turistiche ma ben integrate con l’ambiente, zone desertiche e pueblos blancos: tutto questo, una parte di quest’isola ancora sconosciuta da molti ma che poi lascia un segno indelebile nei ricordi.
Già di per sé, l’isola di Fuerteventura affascina molto i viaggiatori in cerca di riposo, affascina per il suo mare turchese che riflette luce azzurra a causa dei suoi fondali bianchi che si insinuano sotto l’acqua per centinaia di metri e con le onde che si infrangono con la cresta spumeggiante ancora prima di arrivare a riva, affascina per i suoi paesaggi desertici alcuni dei quali ricordano altopiani del Sahara, per i suoi paesini sperduti nell’entroterra uguali ai “ pueblos blancos ” della Spagna, ciascuno con le sue tradizioni.
Più di tutti c’è anche una parte di quest’isola meno raccontata dalle guide ma che lascia un ricordo indelebile in tutti i viaggiatori: la parte sud, dove inizia la penisola di Jandia, precisamente dove c’è l’istmo de la pared ( una volta c’era un muro che attraversava tutto quel tratto di penisola e separava i due regni preispanici: quello di Jandia e quello di Maxorata ). A partire dalla località Costa Calma in giù, l’ho trovata la parte più bella dell’isola. Bisogna innanzitutto precisare che, per trascorrere una vacanza in questa zona, bisogna essere in cerca di tranquillità, lontano dallo stress della città, della vita quotidiana e del lavoro, avere un carattere che ancora riesce a cogliere le gioie nella tranquillità, nella vista del mare, nel silenzio del deserto, senza che questi sentimenti si siano appiattiti dalla vita frenetica e dalla competizione. Oppure ognuno può andare per riposarsi, riscoprire se stesso; oltre le attività di nuoto sulle magnifiche spiagge, gli sport acquatici del windsurf e le immersioni, questa zona è adatta anche per chi ama i trecking nelle zone desertiche.
Come ho detto, la zona migliore, dove ci sono insediamenti turistici e dove non ci sono dei venti che mettono in pericolo le attività dei bagnanti, è tutta la zona sud della penisola di Jandia, detta “Sotavento”; tutto ha inizio in località Costa Calma, all’arrivo, dopo più di un’ora di autobus dall’aeroporto che dista 80 chilometri, un fitto palmeto ben tenuto avverte dell’inizio di questa località, si incominciano a vedere le schiere di Hotel.
Tengo a precisare che, sebbene in queste località hanno costruito parecchi Hotel e tutti dotati di un ottimo comfort, questi non hanno perturbato il paesaggio, anzi, come aspetto e colori hanno saputo integrarsi bene, senza rovinare l’estetica.
Mi ha colpito, in mezzo alle due strade parallele, quel fitto palmeto, analogo alle pinete da noi. Si possono percorrere alcuni chilometri a piedi lungo una stradina che hanno fatto dentro, tra le palme.
Invece, dove inizia il palmeto, una piccola trasversale permette di arrivare al mare, lo si può costeggiare, con tutti gli hotel intorno. A nord, invece, dove inizia l’altopiano desertico, in prossimità dell’Hotel
“ Drago Park” ( il cui aspetto esterno ricorda gli edifici della Florida costruiti in Art Déco ) si può vedere il parco eolico. In prossimità del palmeto si può prendere l’autobus per Morro Jable che dista una ventina di chilometri. Durante il tragitto, oltre al mare, si possono ammirare i paesaggi desertici e aridi che si stanno attraversando, ma è quell’aridità che affascina e dà all’isola quel tocco di bellezza rara.
Lungo la strada si possono vedere gruppi di Hotel isolati lungo le spiagge. Ottimi per trascorrere una vacanza all’insegna del relax e della natura, niente paura perché non si rimane isolati: oltre ad essere dotati di tutti i comfort e trovandosi tutti su una magnifica spiaggia, sono sempre vicini alla fermata dell’autobus che collega Costa Calma a Morro Jable, dove quest’ultima località, che tra poco descrivo, è piena di vita e di negozi.
Tra queste spiagge dove ci sono gruppi di Hotel nella tranquillità, ricordiamo: Playa de Butihondo dove si trova una spiaggia spettacolare con delle lagune sulla sabbia ( ricorda molto alcune spiagge in Australia, un’alternarsi di sabbia e laghetti dove si scende in mare molto lentamente ) e Playa de Esquinzo.
In quest’ultima, vicino agli Hotel, per chi fosse interessato all’arte e all’architettura, troviamo un’opera particolare: una piccola casa con una forma strana, per chi non è a conoscenza di arte, la prima impressione che può avere è che la può definire impropriamente “ la casa degli gnomi o delle fate”, in realtà è costruita così ( dal 1986 ) perché l’ideatore ha voluto progettarla richiamando l’architettura modernista, ispirandosi a Gaudì. Si chiama “ Casa de la ilusion ”.
Proseguendo da questa zona di Esquinzo, a dieci chilometri si arriva a Morro Jable: questo è un centro turistico dove c’è vita. Come aspetto, lo si può definire: “ La Florida di Fuerteventura ”. Quando si arriva, appare un moderno viale chilometrico tutto piastrellato e con le file di palme ai bordi, a sinistra si può ammirare il mare e una magnifica spiaggia anch’essa chilometrica, ma senza gli stabilimenti balneari che creano caos, una spiaggia ancora pura. Il centro di questa zona è il “ Faro di Jandia” ( davanti si trova l’Hotel che porta il suo stesso nome ), lo si può vedere da vicino e, percorrendo un ponticello, si arriva alla magnifica spiaggia. Sulla destra, invece, ci sono file di negozi e centri commerciali, alzando poi il capo si rimane incantati dalle file dei più moderni Hotel dotati di ogni comfort. Ricordiamo che, nonostante tutte queste caratteristiche, non ha l’aspetto di una città, non ci sono diramazioni dalla strada principale, è tutto concentrato lì, quindi Morro Jable lo si può definire “ una caratteristica strada paese”.
Comunque tengo a precisare che, sebbene a Morro Jable ci sono molti negozi, centri commerciali, Hotel
modernissimi, tutto questo non ha perturbato il paesaggio, ma hanno saputo integrare perfettamente tutto, come si può vedere dalle foto; mi ha colpito molto l’ordine, come hanno saputo integrare colori, modernità e soprattutto ordine. Per avere un’idea, ricorda molto i villaggi dei Lego.
Oltre al mare, come escursioni, si può visitare la parte interna di questa penisola di Jandia, dove, come accennato prima, si trovano dei piccoli paesaggi di case bianche, come quelli del sud della Spagna, ciascuno conserva le sue tradizioni; oltre la tranquillità, mi ha colpito la pulizia delle strade e delle case bianche, non c’è vita frenetica, si possono ancora trovare dei laboratori di artigianato dove fanno i vasi e anche le botti. Mentre visitavo questi laboratori ( ricavati in cantine ), i proprietari mi hanno detto che purtroppo loro hanno paura di essere l’ultima generazione: infatti i loro figli non vogliono più svolgere questo lavoro tramandato di generazioni e in questi paesini isolati, ma vanno tutti via, sulla costa, dove ci sono alberghi, negozi, dove c’è la vita e molti contatti sociali, trovano tutti lì il lavoro nella nuova risorsa del turismo che sulla costa prende tutto. Quindi, il ritratto di questi paesini dell’entroterra con questi lavoretti, fanno parte di quelle ” memorie di un mondo che va’ scomparendo “.
Tutto questo è il sud di Fuerteventura. Una volta provato, a casa, si pensa già quando tornarci.