Bilbao, la più grande città dei Paesi Baschi, viene spesso dimenticata come destinazione di viaggio. Ma anche una città di cui non si parla spesso, può offrire sensazioni indimenticabili. A cominciare dal futuristico Museo Guggenheim, opera del celebre architetto Frank O. Gehry e simbolo di questa sorprendente città.
La prima cosa che non abbiamo potuto fare a meno di notare al nostro arrivo a Bilbao è stato l’aeroporto, opera di Santiago Calatrava, che tutto sembra tranne che un aeroporto. Io più che altro lo definirei una navicella spaziale; ad ogni modo questa è la prima delle tante cose spettacolari del nostro viaggio.
Una volta arrivate al nostro hostal, non facciamo in tempo a posare i bagagli che siamo già in marcia alla volta del Guggenheim Museum, nonostante la stanchezza dopo la levataccia per prendere l’aereo alle 5 di mattina.
L’unico aggettivo che mi viene in mente ripensando al Guggenheim è lo stesso che usa il suo costruttore, <strong. Gehry, in un’intervista per la tv spagnola: desconcertante.
È un edificio talmente strano, che qualsiasi interpretazione si dia di esso non può essere considerata sbagliata. È un insieme di forme oniriche, avvolte da squame di titanio brillante, che la luce muta costantemente di tonalità, rivestendo l’edificio di magia.
La cosa più bella è la sensazione di armonia e movimento che trasmette questa struttura, come se fosse appesa ad un filo e lasciata sospesa sulle acque della ría (il tratto finale del Nervión, fiume che attraversa Bilbao).
Dopo aver fatto una marea di foto da tutte le angolature possibili ed immaginabili, io e Ilaria corriamo a fare il biglietto e… accidenti che sfortuna! Gli ultimi due piani sono chiusi al pubblico, a causa dei lavori per l’allestimento di una delle tante mostre temporanee che il museo ospita nella maggior parte dell’anno.
Ci tocca accontentarci della planta baja e della terrazza. Con la nostra audioguida veniamo catapultate in un’altra dimensione. La sala centrale è il cuore del museo, dal quale partono le arterie, cioè i corridoi che si snodano sopra la nostra testa in un groviglio di forme curvilinee.
È veramente difficile trovare una linea retta in questo museo. Intanto, ascoltando l’audioguida, scopriamo perché Frank O. Gehry ha voluto dare alla sua “creatura” quella strana forma che, stando a ciò che dice lui, assomiglia a quella di un pesce. Quando era piccolo accompagnava la nonna al mercato a comprare il pesce fresco e, una volta tornato a casa, stava delle ore a guardare le carpe vive che la nonna conservava nella vasca da bagno prima di cucinarle. Quest’uomo ci stupisce sempre di più.
Insomma, il Guggenheim non può essere descritto a parole, bisogna vederlo, perché è veramente il simbolo della nuova architettura nei Paesi Baschi.
Poche altre comunità della Spagna possono vantare di riunire opere di artisti di prestigio come Frank O. Gehry, Santiago Calatrava, Norman Foster, ecc… A proposito, proprio da quest’ultimo è stata progettata la famosa metropolitana di Bilbao, che si dice essere “la metropolitana futurista”, in quanto dotata di un’infrastruttura con le più moderne tecnologie e design all’avanguardia.
Una volta, si diceva che i turisti più snob si recavano a Bilbao solo per dire di aver visto la metro più all’avanguardia della Spagna. Mah! Nonostante si girasse tranquillamente tutta la città a piedi, a causa delle sue dimensioni ridotte, io e Ilaria non abbiamo potuto non prendere la metro, giusto per il gusto di dire che anche noi l’avevamo vista e collaudata.
Comunque, sono innumerevoli le bellezze di questo viaggio degne di essere ricordate, per esempio anche il Museo delle Belle Arti, che ospita opere dal Rinascimento alle prime avanguardie del XX secolo, per lo più di artisti spagnoli, tra cui Murillo e Diego De la Cruz, ma anche pittori esemplari come Paul Gauguin.
Insomma ragazzi, se vi capita l’occasione di poter fare un viaggetto in Spagna, Bilbao di sicuro non vi lascerà delusi!