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HelsinkiLa Finlandia lontana, fredda, così diversa… ma che riserva anche agli scettici un bel pò di sorprese!
Mirja ha sempre detto che le piace l’Italia e ogni anno vuole venire a Cesenatico perché qua fa molto più caldo e d’estate c’è il sole, io invece dico che Cesenatico è carina ma d’estate si soffoca, e il mare è colla, e allora fuggo via, e quest’anno vado io con la Linda e la Zamba da Mirja a Helsinki dove il clima dicono fa fredda anche l’estate.

La Finlandia mi è sempre sembrato che fosse così in alto nella carta geografica dell’Europa che non ci sarei mai arrivata, invece con il volo KLM in 3 ore io e le altre eravamo su all’aeroporto di Helsinki tutto squadrato, ordinato, pulito, come nelle pubblicità o nei film dove tutti si salutano all’aeroporto.

Mirja vive in un quartieretto appena fuori dal centro, vive sola da quando ha 18 anni che in Finlandia si va via presto di casa, ha un monolocale in un palazzo che con il bus lo raggiungi bene ad ogni ora d’estate e fino a tardo pomeriggio d’inverno. Perché d’estate in Finlandia fa giorno fino a mezzanotte e d’inverno fa buio dalle 3 di pomeriggio. Mirja dice che è abituata ma che molti suoi amici non si rassegnano mai al buio perenne dei mesi freddi e allora bevono un sacco, che lì ad Helsinki ci sono dei negozi solo di alcolici e la gente quando esce da lavorare prima di andare a casa ogni giorno si ferma in un negozio e compra le bottiglie di vodka, o una grappa al sapor di liquirizia o tante birre.

La mattina l’autobus ci lascia vicino al centro che a me non sembra centro perché non è mica antico per niente e anzi è tutto moderno, gli edifici chiari, paralleli, in fila, come un cubo di rubik ma sbiadito, come se li avessero ordinati su un plastico e poi lo avessero fatto diventare reale. I bar sono tutti a vetri, con il bancone a vetri che ti fa vedere quello che servono, insalate mille gusti, pane e burro al posto del sole, torte gialle e marroni senza profumo.

E poi c’è un parco che corre dentro il centro, un parco verde che dicono si chiami Esplanade, un parco dove la gente finalmente sorride, le panchine fra i fiori bianchi, e una stradina allegra che porta dai bar a vetri verso l’interno e corre parallela a una stradona seria fino ad un palco nel parco dove c’è una gara musicale. Sembra primavera e dei gruppi di giovani suonano, e noi ci sediamo nelle sedie lì per ascoltarli, e beviamo un succo di una frutta dolce che non ci credi l’hanno fatto lassù in Finlandia.

Il pomeriggio da piazza del Mercato, dove vendono le cose con le renne anche d’estate, e le cartoline con i paperi che ne ho comprate 100 da ricoprici una parete, prendiamo il battello verso Suomenlinna l’isola castello, l’isola fortezza, l’isola con le mura intorno. Ed ecco finalmente un po’ di storia, la testimonianza della guerra con la Russia, la voglia di essere in Finlandia dove qualcosa di non anonimo esiste.

La sera ceniamo in un ristorante spagnolo del centro che qua la cucina tipica praticamente non esiste dice Mirja, e l’unica costante sono i prezzi alti ed il sole che d’estate non va mai a dormire.

La mattina dopo è muta, è come se avessero tolto il volume dalla tv, il quartiere di Mirja è deserto e ci siamo solo noi alla fermata dell’autobus diretti verso il porto. Oggi si prende la famosa trombonave in direzione Tallinn, Estonia, che da qua son solo 4 ore e si può andare e tornare in giornata. Sono le otto e la nave è piena di gente buffa vestita colorata che si aggira sopra e sotto per i piani con le bottiglie di alcol in mano, il più magro è come me e la più grassa è dieci me, e al terzo piano un complesso canta in svedese e la gente beve e balla, e sembra capodanno, e sembrano tutti ubriachi, e ci sono le cabine-letto ma il viaggio dura quattro ore, e invece sono le 8 di mattina ed io e la mia bottiglia di acqua frizzante non ci possiamo credere.

Arriviamo a Tallinn che è ora di pranzo, seguiamo la massa di finlandesi alticci e turisti vestiti da gita, attraversiamo un parco e ci sorprende un castello medievale, che non è un castello dicono ma è Tallin che vive dentro le mura fra stradine ciottolate su e giù, chiesette incastrate, torri che guardano il parco, archi di pietra, tetti rossi, e casette da cartone disneyano che sembra che ce la abbiano messe per far folclore ma invece ci abita la gente del posto per davvero. Pranziamo in una taverna che da sul parco ottima carne di qualche animale, verdure, birra e poi nel caffè ci mettono un liquore che dicono che è il “Vana Tallinn” ed io penso che è potente.

Al ritorno di nuovo quelli dell’andata, sempre con le loro bottiglie di liquore, che sembra che non si siano mai spostati di lì e abbiano banchettato e ballato eccetera tutto il tempo che noi eravamo nel cartone dysneiano.

Torniamo a Helsinki che è notte ma è ancora giorno.

A Ferragosto dice Mirja che in Finlandia si va nel cottage di famiglia se no non è mica davvero Ferragosto, che poi chissà se la parola strana che lei usa per dire 15 Agosto vuol dire proprio Ferragosto. Partiamo con il papà di Mirja a tarda mattina a andiamo a nord, sempre più a nord e dopo 3 ore di macchina ci fermiamo in un supermarket piccolo e Mirja dice di comprare tutto quello che ci piace da mangiare perché poi ci deve durare per 3 giorni.

Parcheggiamo la macchina davanti ad un porticciolo che sembra una puntata di Dawson’s Creek quando ancora non sai che è un telefilm da minorenne e che fra qualche anno non ti piacerà più, ci infiliamo su una barchetta a remi e il papà di Mirja rema per mezz’ora sotto il sole che non scalda, poi gira intorno ad un’isola grande, poi ad una media e poi si ferma sulla sabbia di una isoletta minuscola che Mirja dice che è la loro.

Mirja, sua sorella Sirpa, il suo buffo papà e la sua mamma sempre alticcia possiedono un isola.

Ed io che me la tiro perché ho un semplice monolocale senza armadi non so cosa dire, Mirja invece dice che è normale lassù, che tutte le famiglie benestanti hanno un’isoletta con un cottage di legno sopra dove passano i mesi estivi a nuotare… anche se il mare ad agosto è 8 gradi ed il sole resta intrappolato fra i rami degli alberi alti.

Ma questa isola è troppo bella, se la cammino in 48 passi grandi è già finita e se guardo in alto vedo solo le foglie degli alberi lontani che sono più alti i quanto è larga l’isola. Il Cottage è sul mare, è una stanza tutta letti, che se ti ci lanci dentro non hai lo spazio per cadere per terra, e c’è solo un angolo vuoto dove c’è Riku il cane del cottage… ah perché ogni cottage ha anche un cane che quando non ci sei dorme nel tuo letto e quando ci sei dorme sopra di te.

La sera Mirja prepara la sauna e sua mamma prepara la zuppa sul fornello da campeggio sotto uno degli alberi grandi, e Mirja e suo babbo nudi si infilano nella sauna con la Zamba e la Linda in costume, ed io resto fuori che ho la pressione bassa e voglio guardare dal mare quanto tempo ci vuole perché il sole si rassegni e se ne vada dal cielo.

La notte dormiamo tutti insieme nei letti attaccati su un matrimoniale da 6 e il papà di Mirja russa, e se devo far pipì c’è l’albero apposta dall’altra parte dell’isola, e la porta non la si chiude a chiave che tanto non c’è nessuno tranne noi.

La mattina presto Mirja e Riku fanno il bagno, ed io con la berretta di lana e la giacca di vento li guardo seduta fuori dal cottage e penso che per lei davvero l’Italia è diversa ma bellissima così come per me quella situazione è surreale ma fantastica. A pranzo il papà di Mirja, che non riesco a pronunciare il suo nome, cucina 3 pesci giganti appena pescati freschi e poi ci fa assaggiare un liquore alla liquirizia che non mi ricordo quanto ne ho bevuto ma dopo sentivo caldo come ad Agosto a Cesenatico. E la notte tardi tardi lo vediamo finalmente il sole che tramonta leggero e colora la sabbia e le ombre del cottage e ci da la buonanotte che è quasi ora di rialzarsi.

Il giorno dopo torniamo a Helsinki e facciamo una doccia lunga un’ora a testa e poi ci prepariamo che purtroppo si torna a casa nell’afa dei giorni umidi e delle notti buie, fra i turisti fighetti sul viale di Rimini che invece della sauna fanno l’aperitivo, e invece che nel cottage immerso nella natura stanno negli hotel di cemento 5 stelle con i condizionatori a palla. E chissà chi sta meglio… beati i finlandesi!