Eravamo partiti con l’intenzione di fare un bel loop tra le isole di Cres e Krk dopo essere passati dall’Istria, ma quest’ultima ci ha..diciamo stregato.
Costa Occidentale dell’IstriaVenendo da Trieste e dalla Slovenia ci siamo insinuati nelle terre d’Istria.
La prima meta è stata Novigrad (Cittanuova, in italiano..lingua ancora molto molto in voga nella penisola). Niente di particolare, niente, per intenderci, da scrivere sulle guide turistiche e da essere sbandierato ai quattro venti, ma pur sempre una cittadina piacevole. Piccola, raccolta attorno al suo porticciolo dove si affacciano alcuni ristoranti. Si fa presto a girarle intorno. Dalla parte opposta al porto si apre il mare, ancora però inbrigliato, per un pò, in un lungo molo. Dal gradevole giardino che trovate davanti alla chiesa potete accoccolarvi qualche tempo, a guardare il verde che vi circonda e l’azzurro che si apre sotto i vostri occhi. Un buon pranzo di pesce potrebbe dare quall’ulteriore tocco di classe e di qualità al breve soggiorno.
Scendendo quindi verso sud, a pochi km si incontra Porec, un’altra piccola città gentile che fa capolino tra le coste dell’Istria. Da vedere la cattedrale (un mix, direi, di S.Vitale e S.Apollinare in Classe a Ravenna), patrimonio Unesco; meritano una passeggiata le vie acciottolate del centro.
Pochi km ancora a Sud troviamo Rovigno. Una vera perla, credetemi, ed un vero rifugio per coppie innamorate. Il canovaccio è sempre quello che abbiamo seguito per le altre due cittadine. Il mare, il centro raccolto e di vago sapore medievale, il porticciolo che potremmo definire a misura d’uomo. Ogni tanto è bello, al di la di tutto, lasciarsi rapire da queste atmosfere ed immaginare i vicoli traboccanti di odore di pesce, di marinai affaccendati che si inerpicano velocemente, piuttosto che con passo lento e trionfante, per le piccole erte del paese. Per poi, magari, ma qui la fantasia sta correndo un pò troppo, arrivare sulla sommità di questa immaginaria conchiglia sulla quale è adagiata la città, sommità che è completamente occupata dalla sagoma, non già immensa, ma di sicuro grande per quel posto, della chiesa principale (e forse unica di Rovigno).
Fermatevi per una di queste stradicciole, dalla parte del mare, una sera di giorno sereno e sedetevi, aspettando che il rosso del sole non si sia tuffato dietro l’orizzonte.
Potete farlo anche da un bar (non faccio il nome ma risponde ad un grande campione attuale del motociclismo), seduti, perchè no abbracciati, su un cuscino posto, con furba sensualità, sugli scogli prospicenti il locale.
Per chiudere in bellezza, magari evitate qualche ristornate troppo turistico e di scarsa qualità.
Vi consiglio, per chiudere, qualche locale frequentato dai giovanotti del luogo alla sinistra del porticciolo (infilandosi in una stradina, che par pertugio, sulla vostra sinistra) e una gita tra le isolette.
Ah, dimenticavo, per chi ama passare il soggiorno a casa di gente (camere private) piuttosto che in albergo, andate in un qualsiasi Tourist Office, o affini, e vi diranno subito quale camera potete prendere in affitto (anche per una notte sola). Se, coma a noi, vi capita un uomo basso, su un motorino scassato e con un casco fosforescente…beh, allora incomincerete a ridere a crepapelle e a non capire un acca di quello che vi dirà nei giorni seguenti.