Ciao a tutti viaggiatori del mio cuore, e così inizia una nuova settimana dopo un weekend piovoso ed un inverno che sta per aprire la porta ed entrare nelle nostre case, e inverno vuole dire dicembre e dicembre vuole dire che sì Natale è vicino ma prima c’è il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre, che quest’anno forse molti di voi potranno trasformare in un mega ponte sulla propria routine, un bel ponte per viaggiare e per scappare anche se per poco tempo.
E allora io vi racconto dell’ultima volta che sono scappata e mi sono ritrovata a Città di Castello, Umbria, ma quasi anche Romagna ma quasi anche Toscana, una bellissima cittadina racchiusa da antiche mura che si trova nell’alta valle del Tevere e da casa mia, Cesena, non è poi così lontano.
E quando sono scappata per non pensare, che sono quei periodi che se pensi, pensi male e vedi le cose che esistono ma non le puoi avere, non sapevo davvero dove andare e così la mia amica mi ha detto “andiamo a Città di Castello che c’è anche un concerto?” e siamo partite.
E abbiamo fatto l’E45 tutta in un soffio che per scappare lontano dai miei pensieri devo andare veloce così loro non mi seguono mica, e siamo arrivati a Città di Castello, la meno umbra delle città umbre, e ci hanno accolto le mura che proteggono la città e ci hanno accolto come se la loro città la volessero nascondere, non farla vedere a tutti ma solo a chi lo vuole davvero, le mura severe che lo sanno che contengono un tesoro e sono quasi gelose e allora ti spiano alte, maestose ed illuminate.
E siamo andate in un agriturismo appena fuori Città di Castello a lasciare le valige, che è bella la campagna umbra e se respiro l’aria poi buona espiro i pensieri cattivi, quei pochi che sono riusciti di nascosto a infilarsi nella mia macchina mentre scappavo via, e a vedere i pioppi che puntano verso il cielo e fanno un ombra sempre troppo piccola all’erba bagnata di novembre che li circonda.
E poi abbiamo deciso di sfidare le mura e siamo andate in città, abbiamo preso le scale mobili e siamo salite verso l’alto, sempre più su fino al centro, seguendo le stradine che si attorcigliano fra scorci e piazze.
E ci siamo fatti osservare dalla faccia barocca del Duomo su piazza Gabriotti, e poi abbiamo cercato la Chiesa di San Domenico, la più grande della città, e quando il Palazzo dei Priori con la sua vicina, la Torre Civica, ci hanno fermato ci siamo rese conto che quel giorno, cioè quello in cui avevo deciso di scappare dai miei pensieri, era il giorno del patrono di Città di Castello, in particolare il giorno della Festa patronale dei santi Florido e Amanzio, e allora ci siamo buttate fra gli stand di pane locale ed olio novello pensando che non pensare lì era proprio bello.